Limiti di HRIPT e metodi alternativi
Samuele Burastero1 e Stefano Todeschi2
1Laboratorio immunologia e allergologia molecolare, San Raffaele Scientific Institute – Milano 2Laboratori Abich – Verbania
La definizione del profilo di rischio allergologico di prodotti cosmetici e prodotti di largo consumo in generale è una componente indispensabile della valutazione di sicurezza, anche a fronte dell’attestarsi delle patologie allergiche a livelli di incidenza prossimi al 20% della popolazione generale. Il test ad insulto ripetuto (Human Repeated Insult Patch Test, HRIPT) è in linea di principio il saggio in vivo che verifica nella maniera empiricamente più coerente con la vita reale l’eventuale insorgenza di allergie cutanee a seguito dell’applicazione di una materia prima o di un prodotto finito sulla pelle dei soggetti sperimentali. Tuttavia, insormontabili limiti etici e tecnici ne sconsigliano o impediscono l’utilizzo nella quasi totalità delle situazioni. D’altro canto, le conoscenze dei meccanismi alla base della generazione della risposta infiammatoria di tipo allergico hanno reso possibile la messa a punto di una ragguardevole mole di test scientificamente validi, alcuni dei quali avviati alla pre-validazione dalle autorità regolatorie. Questi test, opportunamente integrati ed interpretati consentono di acquisire informazioni di gran lunga più affidabili di quelle derivate con HRIPT, e rendono possibile la valutazione di sicurezza delle formulazioni cosmetiche a tutto vantaggio della sicurezza dei consumatori e della qualità dei prodotti.